mercoledì 24 settembre 2008

Sfigati.


Nei primi anni '90, un gruppo di giovani creativi americani fedeli all'etica del DIY (Do it yourself), che investe lo skateboarding, i graffiti, i fumetti, l'hip hop e il punk rock, inizia a dedicarsi al mondo dell'arte. Un'arte che rifletteva il loro stile di vita. Punto di raccordo per loro era la New York's Alleged Gallery, di cui Aaron Rose era proprietario e direttore artistico. Nonostante il fatto che alcuni di loro non avessero alcuna formazione artistica, nel corso degli anni successivi il loro lavoro avrebbe influenzato e trasformato in modo determinante la cultura popolare. Rose che da subito si dimostrò un entusiasta collaboratore e promotore, divenne il curatore della mostra itinerante "Beautiful Losers: Contemporary Art & Street Culture" attualmente ancora in tournée mondiale. In questi giorni esce l'omonimo film che si propone come un importante testimonianza di un recente periodo della storia dell'arte contemporanea. Per Rose, che è uno dei produttori della pellicola, è il debutto alla regia in questo film-documentario che descrive in modo sincero ed informale i passaggi del processo creativo di artisti come Shepard Fairey, Margaret Kilgallen, Mike Mills, Barry McGee, Jo Jackson, Geoff McFetridge, Thomas Campbell e Ed Templeton.

Io me lo vedo.

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